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05/07/16

Omaggio a Marco Rivetti



ARTE E IMPRESA - Omaggio a Marco Rivetti
Una giornata di studio a vent’anni dalla scomparsa con il sostegno della Fondazione Marco Rivetti

Giovedì 7 luglio 2016, ore 14.30 – 19.30
Sala Convegni, Manica Lunga
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea
Apertura Museo dalle ore 10.00 alle 21.00

L’attenzione verso la ricerca espressiva dell’arte contemporanea (…) non rappresenta dunque per il GFT semplicemente una sponsorizzazione o una tendenza al mecenatismo culturale. Costituisce invece parte integrante di uno sforzo di sintonia e di interazione con il gusto contemporaneo e con la sua evoluzione, dal quale devono trarre stimolo anche l’innovazione e la creatività di tipo industriale”. Marco Rivetti, 1988


A vent’anni dalla scomparsa, il Castello di Rivoli dedica una giornata di studio alla figura di Marco Rivetti (Biella, 1943 – Torino, 1996).

Intervengono tra gli altri: Carolyn Christov-Bakargiev, direttore del Castello di Rivoli e della GAM, Torino; Germano Celant, storico dell’arte e curatore; Michelangelo Pistoletto, artista; Giuseppe Berta, storico dell’industria Università Bocconi, Milano; Anna Martina, già responsabile della comunicazione Gruppo GFT; Carlo Rivetti, imprenditore. Inoltre, sul rapporto arte-impresa porteranno la loro testimonianza giovani rappresentanti del mondo dell’imprenditoria.

Sperimentando con l’arte e la creatività contemporanea, Rivetti inventò una nuova forma di comunicazione d’impresa. Alla fine degli anni Settanta diede un impulso al Gruppo Finanziario Tessile (Gruppo GFT), trasformando l’azienda in una forza internazionale pionieristicamente lanciata nella produzione del prêt-à-porter.

Capace di coniugare innovazione e creatività, azienda e cultura, Marco Rivetti negli anni Ottanta integra l’arte contemporanea e la cultura nella comunicazione d’impresa con scelte innovative. Industriale colto e sensibile, Rivetti (terzo presidente del Castello di Rivoli dal 1988 al 1993) sostiene lo sviluppo del primo polo italiano dell’arte contemporanea.

Nel suo discorso di insediamento a Rivoli, Rivetti sottolineava come “la storia della nostra azienda appare fittamente intrecciata alla storia del suo rapporto con un settore consistente della creatività contemporanea, i settori dei design e dello stilismo”.

Una visione di assoluta attualità che testimonia come Rivetti vedeva nel Museo uno spazio di collegamento e interscambio tra arte contemporanea e sperimentazione di nuovi linguaggi creativi.
Il GFT degli anni Ottanta è una realtà che comprende 35 società controllate (di cui 20 all’estero), 18 fabbriche, 8.000 addetti, 8 miliardi di capi prodotti, punti vendita in 70 Paesi.

Nell’evoluzione del gruppo, Rivetti crea innovazione collaborando con grandi stilisti come Armani, Valentino, Ungaro e Dior, facendo dialogare il potenziale creativo dell’alta moda con gusti e tendenze di massa. Nel 1984 organizza con Claes Oldenburg, Coosje Van Bruggen e Frank O. Gehry la spettacolare performance veneziana Il Corso del Coltello.

Come operazione di riqualificazione urbanistica di un’area della periferia di Torino, commissiona ad Aldo Rossi la nuova sede del Gruppo - Casa Aurora - facendo collocare nell’edificio opere d’arte contemporanea tra cui Figura che guarda nel pozzo, la monumentale scultura di Michelangelo Pistoletto. Oggi allestita nei giardini del Castello di Rivoli grazie alla Fondazione CRT per l’Arte, l’opera traccia un ponte ideale tra azienda e museo.

Il GFT organizza eventi in Italia a Milano, Roma, a Firenze con Pitti Uomo e, all’estero nelle principali capitali europee dell’arte e della moda tra le quali Londra, Madrid, Parigi, Mosca e, oltre oceano, a New York, Los Angeles e Tokyo. Eventi allora all’avanguardia, realizzati insieme ad artisti, architetti e registi quali Mario Merz, Giulio Paolini, Gilberto Zorio, Giovanni Anselmo, Giuseppe Penone, Haim Steinbach, Arata Isozaki e Luca Ronconi.


Gianna Recchi, presidente della Fondazione Marco Rivetti, dichiara: ”E’ con immenso piacere che saluto questa giornata di studio dedicata all’amico Marco, imprenditore di grande visione che ha anticipato le modalità più attuali di relazione tra arte e impresa”.