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03/11/14

Shie and Die


Ironia della sorte il nobile e antico Palazzo Cavour, luogo di grandi incontri e importanti accordi diventa con l'istrionico progetto di "Shie and Die" quasi l'antitesi della sua storia, ma era sicuro aspettarsi dal famosissimo Maurizio Cattelan, col supporto di Myriam Ben Salah, curatrice progetti speciali al Palais de Tokyo e Marta Papini, curatrice indipendente, un'evento artistico molto particolare. 

Finalmente dopo mesi di attesa si aprono fra pochi giorni le porte per questa mostra, parte di One Torino, un grande progetto espositivo annuale nato con l’obiettivo di rafforzare il ruolo di Torino e del territorio come luogo di avanguardia nella progettazione e produzione artistica, sia a livello nazionale che internazionale. 

I'evento è ideato su un filo narrativo di oggetti, di cui i curatori si sono impadroniti selezionandoli dalle collezioni meno convenzionali e da istituzioni affermate della città. SHIT AND DIE è concepita come la composizione più soggettiva, ossessiva, e irrazionalmente non esaustiva possibile: diverse storie, oggetti e opere d’arte si fondono in una narrazione coerente, che il visitatore può leggere come un unico racconto.


Ida Tursic and Wilfried Mille, Rita Pavone, 2014 
Courtesy gli artisti e Alfonso Artiaco, Napoli

Insediato all’interno dell’architettura barocca di Palazzo Cavour, il progetto si radica in un altro tempo, quello in cui l’edificio era dimora di Camillo Benso Conte di Cavour, uomo di stato e figura di spicco nel processo di unificazione italiana. Cavour ha lasciato dietro di sé i resti fatiscenti del suo destino sia pubblico che privato, che infestano ancora le stanze del palazzo, si rivelano attraverso sottili indizi, memorie inattese e divagazioni immaginarie. Pur rivisitando la storia di Torino, la mostra suggerisce l’annullamento della storia del singolo uomo, dello spazio e della città, per estendersi a tormenti universali e a una visione sulla condizione umana in generale.

Il percorso è diviso in sette sezioni, ognuna delle quali ha come punto di partenza un oggetto specifico che fa da ancora tematica al progetto espositivo. Dal design d’interni dell’industria Olivetti alla forca del Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso”, allo scheletro del Professor Giacomini, un tempo Direttore del Museo di Anatomia Umana “Luigi Rolando”, alla collaborazione speciale tra Museo Casa Mollino e l’artista Yuri Ancarani: tutti questi elementi gettano una luce singolare sulla storia della città, sottolineando le sue ossessioni, i suoi feticci, i suoi segreti, messi a confronto con produzioni contemporanee. Attraverso associazioni deliberatamente fortuite e casuali, queste apportano ulteriori livelli di significato agli oggetti, creando un dialogo che distorce questi, le opere e la relazione che entrambi hanno con lo spazio.

Il progetto di Maurizio Cattelan, Myriam Ben Salah e Marta Papini suggerisce un’esperienza non lineare, costellata di domande e storie stimolate dall’intreccio tra le opere, lo spazio e la città.

La mostra è corredata da una pubblicazione, edita dalla casa editrice Damiani, che non si limita a commentare il percorso espositivo, bensì lo estende, arricchendolo di approfondimenti, suggestioni visive e contributi di artisti, filosofi e scrittori.

La mostra SHIT AND DIE sarà aperta al pubblico dal 6 novembre 2014 e terminerà l’11 gennaio 2015.


 Francesco Vezzoli, Carla di Castiglione, 
2011 Courtesy l’artista e Galerie Yvon Lambert, Paris 

Eccovi l'elenco dei 61 gli artisti presentati: Lutz Bacher, Davide Balula, Will Benedict, Lynda Benglis, Guy Ben-Ner, Julius von Bismarck, Thomas Braida / Valerio Nicolai / Emiliano Troco / Aleksander Veliscek, Vittorio Brodmann, Valerio Carrubba, Contessa di Castiglione, George Condo, Martin Creed, Enzo Cucchi, Eric Doeringer, Tracey Emin, VALIE EXPORT, Lara Favaretto, Stelios Faitakis, Roberto Gabetti e Aimaro Oreglia d’Isola, Tim Gardner, Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh, Petrit Halilaj, Jonathan Horowitz, Dorothy Iannone, Ewa Juszkiewicz, Chao Kao, Myriam Laplante, Zoe Leonard, Natalia LL, Sarah Lucas, Tala Madani, Pascale Marthine Tayou, Carlo Mollino, Aldo Mondino, Nicolas Party, Yan Pei-Ming, Florian Pugnaire e David Raffini, Carol Rama, Luigi Ruatti, Markus Schinwald, Jim Shaw, Dasha Shishkin, Roman Signer, Alexandre Singh, Sylvia Sleigh, Claire Tabouret, Ida Tursic e Wilfried Mille, Andra Ursuta, Iris Van Dongen, Maurizio Vetrugno, Francesco Vezzoli, Aleksandra Waliszewska, Matthew Watson, e Jakub Julian Ziolkowski.

A questi si uniscono alcuni eventi speciali  quali i progetti artistici collaterali, che si nutrono dell’immenso patrimonio di informazioni e suggestioni sollecitato con la mostra, ma che trovano una dimensione artistica compiuta a sé stante. È il caso di un film, opera dell’artista ravennate Yuri Ancarani, e di un progetto fotografico con fanzine, realizzato dal fotografo newyorkese Ari Marcopoulos.

Su invito dal team curatoriale Yuri Ancarani ha realizzato il film documentario Séance in collaborazione con il Museo Casa Mollino. Il film è concepito come ideale prosecuzione della mostra all’esterno di Palazzo Cavour e indaga la figura dell’eclettico architetto e designer torinese Carlo Mollino, immergendosi nella leggendario lato occulto della città. Durante le giornate di Artissima il film sarà proiettato ne “La casa del riposo guerriero” l’abitazione-museo di Mollino a Torino, mai abitata, ma in cui riecheggia ancora la sua passione per l’occultismo. Séance è stato prodotto da Sky Arte HD e trasmesso in anteprima da Sky Arte dal 4 novembre alle ore 20.30, con una programmazione continua durante Artissima e nei due mesi di One Torino.

Il secondo progetto collaterale coinvolge il fotografo Ari Marcopoulos, che durante i giorni intensi di allestimento ha realizzato uno speciale servizio fotografico del backstage di SHIT AND DIE: scatti che immortalano la costruzione della mostra, il montaggio delle opere, i tecnici, lo staff, gli artisti al lavoro, i curatori, gli oggetti e i momenti più inaspettati in città e nel palazzo. L’idea nasce dal desiderio di catturare lo spirito di Torino, alla ricerca di situazioni provocatorie e affascinanti che si intrecciano con la preparazione di una sorprendente esposizione.

Le immagini saranno presentate in uno spazio dedicato durante l’apertura della mostra e distribuite in una Zine. Successivamente all’inaugurazione questa speciale Zine verrà stampata in 3000 copie e allegata al catalogo della mostra edito da Damiani.
Il progetto di Ari Marcopoulos è realizzato con la partecipazione di OWENSCORP.


Aldo Mondino, Tappeti stesi, 1985 Courtesy Archivio Aldo Mondino 


1. THE ASSEMBLY LINE OF DREAMS
Basandosi sul concetto che la felicità può essere prodotta alla stregua di qualsiasi altro manufatto, la prima sezione della mostra si concentra sulle utopie architettoniche e urbane radicate nel contesto industriale torinese, caratterizzato dalla produzione e accumulazione di idee e oggetti. La sezione si sviluppa intorno alla ricostruzione degli interni dell’unità residenziale “Talponia” progettata da Gabetti e Isola alla fine degli anni ’60 su commissione di Adriano Olivetti, come epitome delle rappresentazioni urbanistiche ideali.
Eric Doeringer
Pascale Marthine Tayou
Roberto Gabetti e Aimaro Oreglia d’Isola
Guy Ben-Ner
Davide Balula
Alexandre Singh

2. ALDOLOGICA
La seconda sezione del percorso è una stanza interamente dedicata all’artista torinese Aldo Mondino, che risuona come una mostra nella mostra, autonoma ma in dialogo con le altre stanze del palazzo. Eclettismo culturale e ironia sono le coordinate per leggere la ricerca di Mondino, che racchiude in sé molte delle suggestioni e delle contraddizioni di cui SHIT AND DIE si è nutrita. L’interesse per il misticismo e la divinazione, la passione per i ritratti, l’arte applicata elevata al grado di arte ambientale e il rapporto dialettico con l’Arte Povera, sono temi dell’opera dell’artista torinese che sembrano offrire chiavi di lettura dell’intera mostra.

3. DOUBLE TROUBLE
Protagonista della sezione Double Trouble è “il potere” rappresentato in alcune delle sue declinazioni, di cui muna è il desiderio: uno sguardo, necessariamente incompleto, sul punto di vista maschile e femminile del rapporto tra corpo e potere. Le Polaroid di Carlo Mollino sono messe in relazione con opere di artiste donne che concentrano l’attenzione sul proprio corpo come affermazione di sovranità.
Carlo Mollino
Carol Rama
Lynda Benglis
VALIE EXPORT
Dorothy Iannone
Natalia LL
Sarah Lucas
Dasha Shishkin
Sylvia Sleigh
Andra Ursuta
Aleksandra Waliszewska
Lutz Bacher
Jonathan Horowitz
Tracey Emin
Zoe Leonard

4. IN EVENT OF MOON DISASTER
In event of moon disaster è il titolo della sezione che si riferisce a un documento riservato che istituiva un’unità di crisi con le procedure da adottare in caso di fallimento dell’allunaggio del 1968 e considera i rapporti tra il potere e la vanitas/vanità. La sezione costruisce una sorta di preambolo prima di arrivare al nucleo della mostra e introduce il tema della morte nella trama del percorso espositivo. Una trentina di artisti riconosciuti a livello internazionale sono stati chiamati a realizzare il ritratto di una personalità di Torino. I ritratti prodotti formano una galleria di dipinti caratterizzata da materiali, tecniche e stili diversi, che può essere considerata un osservatorio esteso sul senso della ritrattistica nella contemporaneità e sulla rappresentazione del potere oggi. In dialogo con i ritratti è posto lo scheletro del Professor Giacomini, prestito del Museo di Anatomia Umana “Luigi Rolando” di Torino di cui è stato fondatore.

ARTISTI // RITRATTI
Will Benedict // Marco Boglione
Thomas Braida / Valerio Nicolai / Emiliano Troco / Aleksander Veliscek // Piero Chiambretti, Luciana Littizzetto, Piero Angela, Umberto Tozzi, Marco Travaglio, Piero Fassino, Giuliano Amato, Achille Occhetto
Vittorio Brodmann // Oscar Farinetti
Valerio Carrubba // Gianni Minà
George Condo // Sergio Marchionne
Enzo Cucchi // Ida Giannelli
Lara Favaretto // Gianni Vattimo
Tim Gardner // Gigi Buffon, Alex Del Piero, Claudio Marchisio
Ramin Haerizadeh // Patrizia Sandretto Re Rebaudengo
Rokni Haerizadeh // Patrizia Sandretto Re Rebaudengo
Ewa Juszkiewicz // Carol Rama
Chao Kao // Mario e Marisa Merz
Nicholas Party // Don Ciotti
Yan Pei-Ming // Alighiero Boetti
Jim Shaw // Gustavo Rol
Claire Tabouret // Lapo Elkann
Ida & Wilfried Tursic & Mille // John Elkann and family, Rita Pavone, Mario Merz, Alba Parietti
Iris Van Dongen // Marisa Merz
Francesco Vezzoli // Carla Bruni
Matthew Watson // Eugenio Re Rebaudengo
Jakub Julian Ziolkowski // Guido Costa

Maurizio Vetrugno
Scheletro del Professor Giacomini
Prestito dal Museo di Anatomia umana “Luigi Rolando”, Università di Torino
Petrit Halilaj
Myriam Laplante
Julius von Bismarck
Stelios Faitakis
Roman Signer

5. BITE THE DUST
La pena di morte come strumento di controllo è ancora oggi un tema discusso e attuale. La presenza della forca originale di Torino, attiva dal 1850 al 1865 tra Corso Valdocco e Corso Regina Margherita, nella stanza d’angolo che si affaccia sull’incrocio tra le vie Lagrange e Cavour, ripropone l’argomento, con un semplice spostamento dell’oggetto dal Museo Lombroso alla “piazza coperta” di Palazzo Cavour.

Forca di Torino
Prestito dal Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso”, Università di Torino
Markus Schinwald
Orci in terracotta
Prestito dal Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso”, Università di Torino
Luigi Ruatti

6. FETISH
La stanza che accoglie la sezione intitolata Fetish era originariamente sede dello studio di Cavour. Qui il tema viene suggerito attraverso la ricostruzione dell’ambiente, con mobili storici collocati però sotto un telo di plastica, come se il tempo si fosse fermato e le stanze fossero ancora abitate da una presenza del passato.
Contessa di Castiglione
Fotografie Varie, circa 1863-1880

7. DEAD MAN WORKING
Protagonista della settima e ultima sezione di SHIT AND DIE è il contesto industriale torinese. Le opere esibite sono meccanismi temporizzati che vorrebbero indurre riflessioni sulla caducità di qualsiasi corpo, meccanico o umano e sull’inarrestabile scorrere del tempo, per la maggior parte sacrificato al lavoro.
Martin Creed
Florian Pugnaire and David Raffini